Storia del "Rifugio"

Così iniziò l'avventura a Pian di Coltura.

Correva l'anno 1971 quando, mentre a Santa Maria Bertilla era parroco don Lino Barro, arriviò come cappellano don Florido Feltrin; vi rimase fino al 1986, per diventare poi parroco di Morgano.
Tanti giovani gravitavano anche allora attorno alla parrocchia e in quello stesso periodo si registrava un forte incremento di nascite.

Don Florido, allora insegnante di religione alle scuole medie, conosceva bene le problematiche, i bisogni e le aspirazioni dei giovani e fu per questo che progettò un'accurata e adeguata pastorale giovanile, considerando indispensabile questo tipo di evangelizzazione.
In quel periodo da Lentiai giunse come Madre Superiora nella nostra scuola dell'infanzia S. Giuseppe suor Terenziana. Presa coscienza dei desideri e i progetti pastorali, suggerì di contattare i signori Simonpaolo e Maurizio Marcer di Lentiai, proprietari di un vecchia struttura in località Pian di Coltura, denominata "Il Rifugio" e da anni non più utilizzata.

Per dovere di cronaca, in quel luogo negli anni '20 la famiglia di Simeone Piccolotto di Lentiai (nonno materno dei fratelli Marcer) fece il primo insediamento. Lì, nei primi anni, si dedicò al pascolo di bovini ed equini, ma visti i bassi guadagni e la morfologia del terreno abbastanza pianeggiante, si dedicò alla coltivazione alberi da frutto di ogni tipo: ciliege, pesche, mele e pere. La scelta della coltivazione si dimostrò redditizia tanto da continuare a praticarla per parecchi anni; anche perché i prodotti erano apprezzati e ricercati da tutta la popolazione della valle. Fú proprio per questa attività che la località prese il nome di "Pian di Coltura". L'attività andava talmente bene che si decise nel 1935 di costruire un rifugio, una sorta di albergo dove potevano trovare accoglienza quanti da Valdobbiadene, attraversando le Pianezze e Col d'Arten, volevano raggiungere il Bellunese. Per analogia venne denominato "Il Rifugio".

Dopo questo doveroso exsursus storico, ritorniamo alla nostra storia.
Nel 1974 don Florido, con l'aiuto di suor Guidalma, direttrice in quell'anno della scuola dell'infanzia S. Giuseppe, organizzarono una intensa raccolta di carta e ferro vecchio coinvolgendo giovani e adulti (specialmente genitori dei ragazzi della medie); il cui ricavato sarebbe servito per l'acquisto di tende e il materiale necessario per dare inizio al progetto pastorale di campi scuola in montagna.

Si cercava allora una casa appoggio e si fece un sopralluogo a "Il Rifugio,"
ma mancando acqua e luce si optò per Zelant, un paesino poco lontano da Lentiai verso Belluno, dove la signora Carolina metteva a disposizione una vecchia osteria dismessa. Per due anni lì si svolsero le prime esperienze di campi scuola, poi per questioni familiari, non fu più possibile utilizzare l'edificio e nel 1977 si decise di riprendere in considerazione Il Rifugio di Lentia

Di fondamentale aiuto furono un gruppo di genitori, Cesare Negrato, Mirco Gaiotto, Antonio Lorenzon (organista), Giovanni Visentin e le signore Elda e Gina come cuoche.
Queste famiglie, coinvolgendone altre, predisposero una piattaforma per giocare e celebrare la Santa Messa all'aperto, e naturalmente dei servizi igienici. Ma è nel 1979 la definitiva decisione pastorale e il grande salto di qualità: la creazione di un Gruppo di Gestione e un Gruppo di Animatori con il compito di gestire e animare i campi scuola. La collaborazione fra sacerdoti, suore, genitori e animatori si fa concreta e preziosa.

Tra gli anni '80 -'86 vi fu un crescendo di partecipazione, di vivacità, di vita, preghiera guidata ed animata, lavori di gruppo, sport (calcio, pallavolo, pallacanestro), passeggiate di giorno e di notte, canti, falò e scenette, tutto documentato con centinaia di diapositive.
In questi primi anni di campi scuola è cresciuta una generazione che curava principalmente il dialogo con Dio, la collaborazione tra bambini, ragazzi e animatori, il rapporto armonioso con la natura, la riscoperta della preziosità del Creato, il rispetto per il dono dell'acqua e del cibo, la bellezza e la suggestione del falò sperimentando così l'amore per la vita e la gioia dello stare assieme. Molti genitori e animatori hanno così vissuto il loro sacerdozio di fedeli battezzati, si sono appassionati al compito di educare e alla missione della parrocchia, affiancandosi a sacerdoti e suore che ben gradirono la loro disponibilità e generosità.

Pian di Coltura ha aiutato a far famiglia parrocchiale e anno dopo anno la stessa struttura di Pian di Coltura è diventata sempre più bella e confortevole.
Nel 1985 i fratelli Marcer, per esigenze di ristrutturazione della loro azienda, pensarono di vendere l'immobile chiedendo alla parrocchia di S. Bertilla se fosse interessata all'acquisto.
Dopo un concitato consiglio pastorale tenutosi il 12 febbraio 1986, venne presa la decisione dell'acquisto ma a condizione che l'onere dell'acquisto non andasse a gravare il già povero bilancio parrocchiale, soffocato da debiti dopo la divisione delle due parrocchie di S. Vito e Modesto e S. Maria Bertilla.
Fu allora che il Gruppo di Gestione prese coscienza dell'onere affidatogli dal consiglio pastorale e stipulò un mutuo con la Cassa di Risparmio di Spinea, dove i componenti del gruppo facevano da garanti.

Da lì in poi si è cercato di creare varie opportunità per poter saldare nel più breve tempo possibile il pagamento del mutuo. Fu aperta una sottoscrizione di prestiti a medio e lungo termine, dove i parrocchiani risposero in maniera generosa e impensabile; fu proposta la Festa del Narciso, la lotteria Pasquale, la festa di Carnevale, la festa di Capodanno e cercando di rendere utilizzabile più possibile la casa "Il Rifugio" durante tutto l'anno.
La prima opera realizzata fu il campo sportivo, il quale era stato inizialmente ricavato su un terreno collinare di conseguenza poco agibile. Successivamente furono costruite le piazzole che avrebbero ospitato le tende per maschi e per femmine.
Si iniziarono alcuni lavori per rendere la casa più accogliente e abitabile. Un doveroso grazie e di cuore va alla famiglia di Leandro Simion, che ci ha guidato e stimolato per tanti anni, mettendo a disposizione esperienza, mezzi, attrezzature e tanta manodopera per i lavori edili. Spesso e volentieri oltre a ciò la moglie Flora allietava tutta la "squadra" portando cibo per tutti. Si partiva al venerdì sera per trovarci pronti e puntuali il sabato mattina per lavorare e si ritornava alla domenica sera tanto stanchi, ma altrettanto felici.

Abitualmente don Florido arrivava alla domenica nel tardo pomeriggio per celebrare la S. Messa; alla fine si intonava il canto "Com'è bello Signore stare assieme e amarci come ami tu", poi ci si salutava e si ritornava a casa stanchi ma contenti. Durante il periodo invernale fu molto più sofferta la presenza al campo a causa del freddo. Il venerdì sera, acceso il fuoco nel grande camino, la casa con quei muri di sasso cominciava a riscaldarsi soltanto alla domenica e alla sera del venerdì, prima di coricarsi, ognuno metteva attorno al focolare la propria pietra refrattaria e avvolta in uno strofinaccio si correva a letto. Questo ci bastava per sentire un po' di tepore e prendere sonno. Alla mattina coloro che erano dotati di baffi, sotto il naso avevano delle bellissime perline di ghiaccio.
Per rischiarare il buio e consentirci di trovare la via delle camere e dell'unico bagno, c'erano delle lampade a 12 volt alimentate da batterie da camion, che venivano portate a caricare a Lentiai alla domenica quando si ritornava e venivano recuperate quando si ritornava.

Fu costruita una vasca per la raccolta dell'acqua piovana, dotandola di un impianto di clorazione e in mancanza di pioggia il fabbisogno veniva garantito dalla prefettura di Belluno tramite i Vigili del Fuoco. Furono realizzati dei servizi igienici per ragazzi e ragazze con docce molto spartane, usando materiale reperito da ditte che ormai avevano dismesso.
La realizzazione del progetto pastorale procedeva anno dopo anno, con risultati di partecipazione sempre più incoraggianti e questo ci stimolava a proseguire con sempre più entusiasmo. I campiscuola si svolgevano cercando delle proposte sempre più accattivanti e i partecipanti aumentavano ogni anno, arrivando alla quota massima nel 1991 di 883 presenze.
Non di solo campi scuola viveva Pian di Coltura, molto apprezzato e partecipato era il Meeting dei giovani della durata di tre/quattro giorni, che si teneva normalmente a cavallo di ferragosto, dove venivano invitati oratori esterni, fra cui don Albino Bizzotto fondatore di "Beati i costruttori di pace, e don Ciotti del gruppo "Abele".

Il nostro arrivo a Lentiai fu abbastanza contestato da una piccola frangia di persone locali, che non vedevano di buon occhio il nostro insediamento. Vi furono atti di vandalismo e scritte ingiuriose; ci furono però anche grandi apprezzamenti, sopratutto dal sindaco di allora dott. Bortolini, al punto che ci suggerì, in base alla legge regionale n.11, la possibilità di costruzione.
Visto l'incremento delle presenze ai campiscuola anno dopo anno e il numero dei posti letto insufficienti a soddisfare le richieste, viste anche le precarie condizioni igieniche sanitarie denunciate dall'USSL, come la cucina e i servizi igienici, si pensò di prendere seriamente in considerazione l'opportunità suggerita dal sindaco. Raccontare tutto l'iter per ottenere la concessione edilizia ed edificare sarebbe troppo lungo.
Dopo l'avallo del consiglio pastorale e del consiglio economico si partì per la costruzione dei due fabbricati: due, in quanto la commissione edilizia di Lentiai, causa dell'impatto ambientale, lo imponeva.

Ci si appoggiò allo studio ArchIdea dle geom. Rigato Orlando al quale va il nostro grazie per il tempo e la professionalità dedicati alla realizzazione del progetto e l'assistenza ai lavori.
Così il 14 novembre 1998 fu consegnato il progetto del nuovo fabbricato "A" all'ufficio tecnico di Lentiai. Il giorno 8 maggio 1999 per non dover dipendere dai Vigili del Fuoco per l'approvvigionamento di acqua potabile venne pure presentato, sempre all'ufficio tecnico di Lentiai, il progetto per la realizzazione dell'acquedotto: l'opera consisteva nella costruzione di una vasca di accumulo a S. Gervasio e grazie ad un sistema di pompaggio l'acqua veniva spinta ad un'altra vasca di raccolta a Pian di Coltura. Tutto ciò richiedeva il consenso dei diversi proprietari che vedevano i loro terreni interessati al passaggio dell'acquedotto, ma allo stesso tempo avrebbe portato loro beneficio poiché avrebbero potuto allacciarsi a loro volta all'impianto. L'opera di sensibilizzazione e condivisione fu piuttosto laboriosa, ma alla fine condivisa saggiamente.

Il 5 ottobre 1999 l'impresa Largura di Lentiai iniziava i lavori per la costruzione del fabbricato "A" e il 9 giugno 2002 in occasione della festa del Narciso, avvenne la sua inaugurazione, alla presenza di don Lino, don Florido, don Francesco Decio, una rappresentanza del comune di Lentiai, il maresciallo dei carabinieri di Mel, la responsabile settore campeggi USL di Belluno, il coro la Gerla e 435 parrocchiani. Il 21 giugno l'ufficio tecnico di Lentiai consegnò l'agibilità del fabbricato. La vecchia casa nel frattempo assoveva alla sua funzione per dare continuità ai campi scuola, sopratutto perché, ripartire dopo una lunga pausa delle attività sarebbe stato fatale; la decisione ci mise alla prova, ma ci ha pienamente ripagato delle fatiche .
Il 28-29-30 ottobre 2005 una trentina di persone incominciarono i lavori di svuotamento della vecchia casa. Lo sgombero toccava sensibilmente tutti i presenti, perchè un pezzo di storia si stava per concludere, ma il pensiero che qualcosa di bello stava per incominciare ci dava la forza ed il coraggio per continuare.

Il giorno 24 novembre 2005 alle ore 8.45 iniziò la demolizione e tutto il pietrisco fu adoperato per fare da sottofondo al nuovo fabbricato "B" che si andava a costruire.
Il 7 febbraio 2006 fu firmato il contratto di appalto con ditta Fratelli Deon di Vas per la sua costruzione. Il 19 giugno 2009 fu ottenuto dall'ufficio tecnico di Lentiai agibilità anche per il fabbricato "B" così i campi scuola sono iniziati utilizzando tutte e due le strutture. Durante tutti questi anni, tantissimi giovani sono passati ed ora cominciamo a vederne i frutti: tanti animati ora fanno gli animatori, tanti animatori di allora ora, oltre a mandare i propri figli ai campi scuola, si rendono disponibili a fare i capi campo o i collaboratori di cucina.
Durante questi anni a Pian di Coltura sono nate amicizie, vocazioni e anche amori facendo nascere delle belle famiglie. Oltre ai giovani sono passati tanti adulti, alcuni di essi molto sensibili, i quali comprendendo il valore di questa proposta parrocchiale è rimasto, inserendosi nel Gruppo di Gestione e continuando l'opera che qualcuno anni prima aveva iniziato.

Con il passare degli anni, tanti amici, primi pionieri ci hanno lasciato: Mirco Gaiotto, Cesare Negrato, Antonio Lorenzon, Elda, Gina, Adelchi De Pieri, Ruggero Faraon, Sandro Scatto Giuseppe Stevanato (detto Moro), Giacomo Biasia, Corrado Don, Giorgio Faraon (Il primo responsabile del Gruppo di Gestione). A questi amici va un grazie di cuore per aver costruito la barca, ora noi impugnando i remi, cercheremo di proseguire il viaggio toccando porti sempre più belli e gioiosi, affinchè tanti altri giovani possono trovare pari opportunità. Siamo arrivati ai giorni nostri con la speranza di aver contribuito nel realizzare qualcosa di buono, di bello e sopratutto utile alla nostra parrocchia. Con rinnovato entusiasmo proseguiamo, cercando di coinvolgere sempre più altre persone: la barca ha sempre bisogno di nuovi vogatori.